Organizzare informazione in rete: i portali

Il termine ‘portale’ è ormai divenuto una vera e propria ‘parola magica’ all’interno della sempre più vasta comunità di utenti e operatori della rete Internet. Provider di accesso, fornitori di servizi di rete, produttori di contenuti, gestori di motori di ricerca, venditori telematici, insomma chiunque abbia a che fare più o meno direttamente con il variegato e multicolore universo on-line, tende ormai a definire sempre e comunque il proprio sito come ‘portale’. Per non parlare poi delle molte declinazioni e composizioni linguistiche che impazzano nella pubblicistica e nella pubblicità: portali orizzontali e portali verticali (per indicare i quali è attestato anche l’anglismo ‘vortal’), portali e-commerce e portali di contenuto, portali informativi di impresa e portali B2B, portali broadband e portali multiaccesso...

Molti anni fa, in tutt’altro contesto disciplinare, Umberto Eco utilizzò la felice espressione ‘termine feticcio’ per indicare quei termini (o concetti) specifici di una disciplina che ‘debordano’ dai loro limiti semantici originari e finiscono con il riferirsi a oggetti affatto diversi in ambiti disciplinari talvolta assai distanti. Sembra che il destino di ‘portale’ (come di tanti altri termini legati al mondo delle nuove tecnologie digitali) sia quello di divenire un termine feticcio, utilizzato per indicare tante cose diverse, sia nel mondo digitale, sia, è questione di tempo, in quello materiale. Tuttavia, proprio in virtù di una così vasta fortuna del termine, l’oggetto specifico al quale ci si riferisce è divenuto piuttosto vago.

Che cosa è dunque un portale? Una prima e immediata risposta a questa domanda è: un portale è un prodotto editoriale su Web. Ma si tratta di una risposta tanto corretta quanto insoddisfacente. In effetti fino a due o tre anni fa il termine ‘sito Web’ ottemperava egregiamente al ruolo di etichetta per tutte le varie tipologie di prodotti editoriali e di servizio presenti in rete[1]. Evidentemente un portale è una classe particolare di siti Web, dotata di specifiche caratteristiche contenutistiche e funzionali. Quali sono tali caratteristiche comuni? E, inversamente, quali distinzioni sono alla base della tassonomia dei portali?

Nelle pagine che seguono cercheremo di rispondere a queste domande, non solo per capire perché e in che senso l’introduzione dei portali segnali l’affermarsi di un nuovo paradigma nella comunicazione on-line, ma anche per fornire ai nostri lettori gli elementi per valutare se e come usare uno dei molti portali oggi disponibili sulla rete.